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AC Hotel Torino

Progettazione architettonica, struttuale e impiantistica, contabitlità e direzione lavori, project e construction management per la ristrutturazione dell'edificio dell'ex pastificio italiano a Torino per la realizzazione di un albergo a 5 stelle (7.724 mq).

Il recupero della struttura industriale in cemento armato del 1908 è stata sottoposta a parere favorevole della sovrintendenza per i beni archeologici e monumentali.

Incarico affidato alla Società In.Opera s.r.l. - (Soci fondatori Ing. Lorenzo Chiarugi, Arch. Letizia Chiarugi, Ing. Bernardo Falzone)

 

Felice esempio di recupero industriale, dall’edificio che era la Sede storica del Pastificio italiano ad albergo cinque stelle, è stata creata la prima e unica struttura ricettiva di lusso italiana della Compagnia spagnola AC Hotels attraverso un meticoloso intervento di restauro di un fabbricato liberty che si impone, all'interno di un contesto urbano in radicale trasformazione, per la rigorosa eleganza della struttura architettonica e dell'allestimento interno. Questo un fabbricato industriale che conserva in gran parte le caratteristiche del progetto originario realizzato nel 1908 dall'ingegnere Santonè: un lungo volume di quattro piani fuori terra con copertura piana e un piano interrato, costituito da una struttura a travi e pilastri in cemento armato, uno dei primi esempi realizzati a Torino con questa tecnologia.

Il progetto del riuso dell’edificio dell’ex Pastificio italiano è stato l’occasione per riqualificare e conservare una importante testimonianza dell’architettura industriale di inizio secolo. La difficoltà principale del tema progettuale è stata quella di evidenziare mantenere i caratteri tipologici e storici di una funzione completamente diversa da quella attuale.

E’ stato ritrovato l’aspetto originario del manufatto attraverso l’eliminazione di elementi di superfetazione aggiunti nel tempo. All’interno si è evidenziato il carattere archeologico-industriale lasciando a vista, dove possibile, la struttura originaria trave-pilastro in cemento armato, eseguita con una logica e cura tecnica che si applicava soltanto all’inizio del secolo scorso. Per quanto riguarda l’estetica dell’intervento abbiamo scommesso sulla riscoperta dell’immagine asciutta e “razionale” propria dell’edificio e sulla filosofia che il nuovo non debba mai creare contrasti con “l’antico”, anzi esaltarne le qualità e le emergenze.

Le facciate sono segnate da lesene verticali che racchiudono una fitta scansione di aperture coronate da voltini e sono intonacate e dipinte di bianco, di cui parte è tamponata.

All'edificio si addossa la ciminiera costruita nel 1090 e un volume a due piani fuori terra realizzato nel 1921.

 

L'intervento ha previsto il ripristino dei caratteri originari.

Sono state abbattute  le tettoie in cemento armato e i corpi aggiunti al piano terra della facciata ovest, riportando il disegno delle finestre preesistenti fino a terra, e sono stati eliminati i tamponamenti applicati a gran parte delle finestre, riportando la facciata dell'edificio all'aspetto originario.

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